Tessile e Salute

Storia

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Quando l’Associazione viene fondata, nel 2001, il problema della sicurezza e della sostenibilità degli articoli è appena avvertito. Solo alcuni “addetti ai lavori” nelle imprese e nelle associazioni dei consumatori iniziano a preoccuparsi degli effetti che determinate sostanze chimiche possono avere sulla salute delle persone che ne entrano in contatto. Con l’apertura dei mercati europei e le conseguenti importazioni di massicci volumi di articoli prevalentemente dal Far East, la situazione cambia e cresce l’allarme sulla sicurezza dei prodotti in vendita nel mercato.


Nel mercato globale i casi di mancato rispetto delle regole di sicurezza e di tutela ambientale minacciano i consumatori e penalizzano le imprese che operano nella legalità rischiando di indebolire il sistema del Made in Italy.


La richiesta di rendere obbligatoria l’indicazione “Made in” relativa, cioè al luogo in cui il capo è stato fabbricato, sulle etichette dei prodotti in circolazione in Europa, è più volte sollecitata dalle rappresentanze italiane nelle sedi comunitarie e dalla stessa Associazione Tessile e Salute, ma resta disattesa.

In questo contesto già problematico, cresce a livello internazionale l’offerta di modelli di certificazione volontari creando disorientamento tanto tra gli addetti ai lavori quanto, a maggior ragione, tra i consumatori, mentre si diffonde, anche sotto la spinta di movimenti ambientalisti, l’attenzione dei consumatori per prodotti sicuri e sostenibili.

Si profila quindi una sfida tutta interna al tema della condotta d’impresa responsabile e della “due diligence”nella catena di fornitura con la conseguente esigenza, espressa non solo dalle aziende delle filiere produttive, ma anche dai principali gruppi industriali nel settore della moda, di definire ed adottare standard comuni, ovvero un riferimento univoco inerente le sostanze pericolose vietate e/o ristrette.

Il rapporto costante con il Ministro della Salute e la collaborazione con i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, l’essere il referente tecnico di Camera Nazionale della Moda Italiana, il lavoro continuo con Federchimica e SMI Sistema Moda Italia consentono a Associazione Tessile e Salute di essere l’interlocutore tecnico “nazionale” per la sostenibilità chimica.

Nel corso degli anni l’Associazione ha sviluppato numerose iniziative di sensibilizzazione e monitoraggio della situazione portando la sua voce nei contesti decisionali.

Ha realizzato (in qualità di coordinatore tecnico) le Linee Guida sulla sostenibilità chimica degli articoli e delle miscele di Camera Nazionale della Moda Italiana, in collaborazione con SMI-Sistema Moda Italia, Federchimica e UNIC Unione Nazionale Industria Conciaria. Attualmente lo stesso gruppo sta lavorando alle LInee Guida inerenti le modalità di utilizzo delle sostanze chimiche nelle filiere produttive e relativi controlli.


Per quanto riguarda la ricerca applicata, infine, a partire dal 2004, l'Associazione ha operato a fianco del Politecnico di Torino per la realizzazione e la messa in pratica di un laboratorio dedicato allo studio del comfort termo-fisiologico e delle prestazioni dei capi di abbigliamento. Numerose sono state le collaborazioni e i progetti con importanti aziende del settore sportivo ma anche dell'abbigliamento di alta gamma.